«Di coming out, in famiglia, ne ho fatti due. Il primo a poco più di 18 anni ed è stato il più duro in assoluto, anche perché ero ancora alla ricerca di me stessa e avevo optato per “il meno peggio” , dichiarare di essere un ragazzo gay.
A quasi 30 anni il secondo coming out in merito alla mia vera identità di genere. Dopo la morte di mio padre non è stato semplice parlare del desiderio della mia transizione soprattutto a mia madre, che stava attraversando un periodo molto difficile come tutta la famiglia.
Avevo paura di aggiungere dolore al dolore. Ma per fortuna non è stato cosi. I pianti e gli abbracci ci sono sempre stati nella mia famiglia. Noi non nascondiamo le emozioni, le esterniamo».