«Donna formidabile» e «titano della legge». Ha definito così Donald Trump l’iconica Ruth Bader Ginsburg, morta ieri a Washington, all’età di 87 anni, per un cancro metastatico al pancreas, con cui la giudice della Corte Suprema si era dovuta confrontare a partire dal 2009 dopo essersi precedentemente sottoposta a interventi e radioterapie per tumore ai polmoni e al colon.
Eppure il magnate teocon, poco prima di essere eletto alla Casa Bianca il 9 novembre 2016, non aveva esitato a definirla «una che non ci sta più con la testa» a fronte delle dure critiche che la magistrata femminista gli aveva riservato.
Architetta legale dell’emancipazione femminile nella seconda metà del secolo scorso, RBG (com’era popolarmente indicata negli Usa al