Assolto dall’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione, perché incapace di intendere e volere a causa di un totale vizio di mente.
Si è concluso così ieri il processo davanti alla Corte d’Assise di Brescia, presieduta da Roberto Spanò, a carico dell’80enne Antonio Gozzini, docente in pensione, che lo scorso anno uccise nel sonno la moglie 62enne Cristina Maioli, insegnante di scuola superiore, prima colpendola con un mattarello e poi accoltellandola alla gola e alle gambe.
In fase processuale il consulente della Procura e quello della difesa sono stati d’accordo nel dire che l’uomo «era in preda a un evidente delirio da gelosia che ha stroncato il suo rapporto con la realtà e ha determinato un irrefrenabile impulso omicida».