È il 2001: la colta e borghese Antonia si ritrova a pranzo sulla terrazza di una casa popolare nel quartiere romano dell’Ostiense.
A tavola un folto gruppo di persone: l’amante (uomo) del marito, un malato di aids, omosessuali, una profuga turca, una transessuale, una napoletana verace, un cantante turco.
Insomma, un gruppo eterogeneo di persone legate tra di loro da vincoli di affetto, amicizia, solidarietà. Sarà più tardi Antonia a dare un nome a questo gruppo, quando dirà che il marito non aveva solo un amante ma il mondo intero: la sua vera famiglia era un’altra.
A 20 anni dall’uscita de Le Fate ignoranti e dall’irruzione delle altre famiglie nella corrente mainstream italiana non abbiamo ancora un nome per questi “gruppi” di relazioni,