Devo ammetterlo. Quando una decina d’anni fa irruppe sulla scena musicale Lana Del Rey con la sua avvenenza plastificata, avevo avuto l’impressione che si trattava di un progetto discografico da liquidare come artefatto.
Un progetto con poco da dire nonostante due o tre colpi ben assestati nell’album d’esordio Born to die. Esibizioni dal vivo a dir poco imbarazzanti parevano avallare quello che pensavo.