Genio ribelle e anticonformista, esponente massimo del simbolismo francese, «mistico allo stato selvaggio» come lo avrebbe definito Paul Claudel, Arthur Rimbaud incarnò appieno lo spirito del poète maudit.
Appellativo, questo, attribuitogli (insieme con Tristan Corbière, Stéphane Mallarmé, Auguste Villiers de L’Isle-Adam, Marceline Desbordes-Valmore) da Paul Verlaine, lui stesso maledetto sublime, cui l’autore di Une saison en enfer fu legato da una breve quanto tormentata relazione.
Relazione terminata il 9 luglio 1873 quando, nel corso di uno dei soliti alterchi, Verlaine sparò due colpi di pistola contro Rimbaud, ferendolo lievemente al polso sinistro.