La rivisitazione di un genere letterario o di testi del passato, spesso in chiave parodistica (che non è affatto sinonimo di comico o farsesco), è cosa antica.
Dalla Batracomiomachia al Satyricon, dal Vito Vespasiano ovvero Gerusalemme desolata di Lalli al Virgile travesti di Scarron, dai pastiche di Proust al Diario Minimo di Umberto Eco, la lista di esempi da addurre sarebbe lunghissima.
A questa si potrebbe aggiungere, e a ragione, anche buona parte dell’opera della drammaturga, attrice, scrittrice Emma Dante, il cardine del cui teatro (come anche dell’opera in prosa) è proprio la rivisitazione dei testi classici e dei topoi culturali a quelli connessi alla luce del mondo contemporaneo.