Si fa sempre più critica la situazione per le 200 persone Lgbti+ rifugiate nel campo di Kakuma a seguito della diffusione del Covid-19 in Kenya, il cui primo caso accertato risale al 13 marzo.
Senza cibo sufficiente, alloggi adeguati, assistenza sanitaria e protezione dalla violenza e dalla discriminazione sì da essere spesso dimenticate e lasciate da sole a lottare per la propria incolumità, esse si trovano adesso ad affrontare una sfida ancora più grande per poter sopravvivere.