Ho letto La città dei vivi di Nicola Lagioia (Einaudi, Torino 2020, pp. 459, €22), scritto e pensato come una cronaca dal vero, ma che nello stesso tempo ha la forma di un romanzo – con personaggi, luoghi, dialoghi, descrizioni e grazie al suo linguaggio ricco, denso e scorrevole –, con la voracità del lettore che vuole vedere come va a finire.
Sì, perché la trama è costruita quasi come se fosse un giallo, nel quale si possono scoprire via via i tasselli necessari a comporre la soluzione del caso.
Solo che il caso in questione era già chiaro sin dall’inizio e questo libro arriva dopo la celebrazione del processo di primo e di secondo grado, quindi, tecnicamente, il giallo non esiste.