Si può entrare ne Le formiche festanti (Fandango, Roma 2020, pp. 216) di Pinar Selek con gli occhi socchiusi, come quando si passa da un luogo assolato e affollato a uno spazio in penombra.
Tutto subito si vedono profili e spazi dai confini incerti, ma in breve gli occhi si abituano alla luce differente, e allora tutto prende corpo e consistenza e ci si cala in una dimensione che sembra un altro mondo da quello che sta là, a pochi metri appena.
Così accade a Nizza, che è molto di più dello scenario dove si ambientano le storie di questo romanzo corale.
La Nizza di Pinar Selek sollecita a guardare le città, i luoghi, oltre le facciate patinate, e le stereotipie di chi non le abita, ma anche di chi le abita in posizione di privilegio o di una