Si produce un effetto straniante quando un ricordo pubblico non coincide del tutto con la memoria personale e nemmeno con quella politica.
Questo è accaduto in me leggendo della morte di Rina Macrelli, novantunenne, all’ospedale di Cattolica (Rn) nella notte tra il 6 e il 7 novembre.
Macrelli è stata una notevole intellettuale, saggista, conduttrice Rai, sceneggiatrice e assistente alla regia, sia per il cinema che per la tv, incrociando molti ambiti in un certo senso pasoliniani: dal cinema alla storia contemporanea e alla letteratura dialettale.
Fra l’altro, la sua vertiginosa biografia ci rimanda a collaborazioni con Liliana Cavani – Francesco d’Assisi (1966) e Galileo (1968) – e Michelangelo Antonioni, per il quale fu assistente alla